Massicce mura circondavano Palermo per proteggerla dagli invasori che in tutte le epoche non sono mancati (Dionisio tiranno di Siracusa, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, ….). Alcuni tratti di tali mura sono ancora visibili (Foro Italico) così come molte delle porte che si aprivano in tutte le direzioni rappresentando gli unici accessi alla città fortificata.
Di alcune porte oggi resta solo il nome, come ad esempio PORTA CARBONE (o Porta dei Legni). La porta si trovava all’imbocco dell’odierno porticciolo della Cala. Venne edificata in un nel XVI secolo in stile neoclassico, venne restaurata nel 1778 per essere poi distrutta alla fine del XIX secolo.
Di altre se ne ammira ancora oggi tutto il fascino. Alcune di queste erano dei veri e propri archi di trionfo, eretti per festeggiare vittoriosi ingressi in città, è il caso di porta Nuova.
Partendo dalla Cala e girando in senso orario (Foro Italico in basso nella mappa) incontriamo:
PORTA FELICE -. La necessità di collegare il Cassaro con la nuova strada che correva fuori le mura lungo la spiaggia (Foro Italico), voluta dal vicerè Colonna (1581) imposero l’apertura di una porta.
Il senato palermitano decise di chiamare (Felice) la nuova porta in onore della moglie del viceré, donna Felice Orsini. I lavori di costruzione della porta andarono per le lunghe anche per la partenza del viceré Colonna.
Soltanto nel 1602 fu ripresa la sua costruzione, ma solo nel 1642 furono aggiunti gli ultimi elementi decorativi, come le due fontane (architetto Diego Novello), che le danno l’aspetto che è giunto fino a noi.
Per circa tre secoli Porta Felice fu protagonista della via palermitana. Attraverso essai fecero il loro ingresso molti sovrani, passarono lunghe processioni, sfilò il carro trionfale di Santa Rosalia durante le tradizionali giornate del Festino, uscirono carrozze ed equipaggi per la celebre passeggiata della Marina della Belle Epoque.
Poi, durante il secondo conflitto mondiale, una bomba centrò in pieno il pilone di destra riducendolo ad un ammasso di rovine. Al termine della guerra il pilone crollato venne ricostruito, ma purtroppo andarono irrimediabilmente perduti molti elementi decorativi che un tempo lo adornavano.
In prossimità della porta sono ancora visibili le antiche mura della città.
PORTA DEI GRECI - La porta si trova in piazza Kalsa nel cuore dell’omonimo quartiere, tra i bastioni del Tuono e il di Vega. Attualmente fronteggia il Foro Italico. In origine l'attuale piazza era abitata da mercanti greci da questo trae origine il nome della porta e della chiesa limitrofa. Chiamata anche porta d’Africa, fu aperta intorno il 1553 venne completata nei 1581, risentendone nel gusto tardo-cinquecentesco; sul fronte mare presenta un timpano ben delineato che poggia su di un architrave, decorato da festoni, retto da due capitelli a mascherone su paraste laterali con bugne lisce o modanate che incorniciano la porta. Interessanti sono i rilievi di due piccole figure sdraiate che si collocano sopra i conci dell’arco LA KALSA.
Quando i re arabi sentirono vacillare la sicurezza del regno, ritennero necessario lo spostamento della sede del potere in una zona aperta all’esterno.
Il quartiere della Kalsa, in prossimità del mare, corrispondeva ai requisiti di sicurezza e divenne il centro residenziale degli arabi, ove furono costruite la reggia e le moschee. La piazza Kalsa corrisponde al cuore dell’antico insediamento arabo e oggi, pur non essendo pervenute a noi le meravigliose costruzioni arabe, custodisce la magia anche di una storia più recente.
La separazione con il foro italico è ancora formata dalle antiche mura di Palermo, che lasciano intravedere il mare attraverso la cinquecentesca porta dei Greci.
Posizionati su due angoli opposti del perimetro della piazza troviamo la chiesa di Santa Teresa con la sua splendida facciata barocca ed il palazzo Forcella.
PORTA REALE (o Porta delle Vittorie o Porta di Santa Teresa) - Si trova in via Lincoln e venne costruita nel 1784 in sostituzione della preesistente Porta delle Vittorie la cui costruzione risale al periodo di dominazione araba della città di Palermo (l’originale nome arabo era bàb al futùb). Il nome attuale invece venne dato dalla regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, consorte del re Ferdinando I di Borbone. La porta è conosciuta anche con il nome di Porta di Santa Teresa per la vicinanza dell’omonimo monastero. Sul pilone in direzione del mare si può intravedere una meridiana.
PORTA DI TERMINI - Edificata verso il 1171, si trovava metà dell’attuale Via Lincoln e conduceva verso Termini Imerese. Quando nel maggio 1860 Garibaldi vi passò con le sue truppe per entare a Palermo, fu chiamata Porta Garibaldi
PORTA DI VICARI - (detta anche Porta di Sant'Antonino) era una delle più antiche porte di Palermo. La porta si trova nella posizione attuale sin dal XVII secolo quando venne originariamente costruita, ricevette parecchie modifiche negli anni. La conformazione attuale di deve al viceré Marcantonio Colonna di Stigliano che ne volle la ricostruzione nel 1780. Si trovava all'opposto rispetto alla Porta Maqueda.
PORTA SANT'AGATA - (Corso Tukory) - La porta nasce in periodo normanno ed è probabile che sia stata chiamata col nome della Santa per la vicinanza dell’omonima chiesa che sorge lungo la via del Vespro. In quel luogo infatti,secondo la tradizione, la martire cristiana nell’uscire dalla città per recarsi a Catania (nell’anno 253) si sarebbe fermata per allacciarsi un calzare, lasciando l’impronta del piede su di un sasso.
Da porta Sant'Agata il 31 marzo 1282 uscì il popolo palermitano per andare a festeggiare i Vespri, e dalla stessa porta rientrò la moltitudine agitata, insorta contro gli Angioini con quella sommossa conosciuta col nome di Vespri Siciliani.
È una delle più antiche testimonianze della cinta muraria medievale, che si conserva in discrete condizioni, anche se vi sono ancora incrostare vecchie tubature d’argilla ed in sommità crescono abbondanti e folcloristiche piante di fichidindia. Sono scomparsi soltanto un affresco raffigurante la Madonna del Carmine, dipinto nello spazio tra i due archi, e le figure di due angeli che si trovavano nelle lunette.
La porta è composta da pietre ad intaglio con due archi, uno più sporgente che termina a punta, l'altro più dentro al vano della porta che è tondeggiante. Si nota l'influenza della fiorita cultura araba e bizantina, nella ricercata eleganza degli archi, nel taglio della pietra, nell'effetto chiaroscurale dosato, dovuto alle sporgenze di alcune strutture rispetto ad altre più incassate, e infine negli affreschi che, contrastando col colore della pietra tufacea, assumevano toni molto raffinati.
PORTA MONTALTO - Venne demolita a fine ‘800. Da allora è visibile una porta più antica, PORTA MAZARA, che era stata inglobata dai bastioni. La porta Mazara si trova lateralmente all’Ospedale dei bambini e presenta tracce di affreschi medioevali.
PORTA DI CASTRO - La porta si trovava all’estremità meridionale del Palazzo dei Normanni nelle vicinanze dell’attuale corso Tukory.
Porta di Castro è stata edificata nel 1620 colmando varie pendenze e dislivelli perchè sotto di essa scorre.. addirittura un fiume: il Kemonia. Il "fiume del Maltempo"che recò parecchie devastazioni a Palermo nei secoli passati. E pensare che oggi il fiume più ‘imponente’ che abbiamo è il fiume Oreto.
La porta era decorata a doppio cornicione seguendo il motivo degli intagli, al centro era coronata da un’aquila di marmo con le ali aperte, mostrante le armi reali. L’aquila era fiancheggiata a destra da uno scudo recante le insegne del Vicerè Francesco di Castro, mentre alla sinistra dell’aquila un altro scudo reca la figura di un’altra aquila, simbolo della città di Palermo.
PORTA NUOVA - Venne costruita verso l’anno 1460 al posto di una precedente (porta del sole) e da qui il nome di porta “nuova”. E’ posta all’estremità del Cassaro (Corso V, Emanuele) fra Villa Bonanno e Piazza Indipendenza e sembra fare unico corpo con il Palazzo Reale.
Il 12 settembre 1535 da essa entrò in Palermo l’imperatore Carlo V reduce dai trionfi riportati contro i Turchi nel regno di Tunisi.
Il 20 dicembre 1667, durante un nubifragio che si abbattè sulla città, l’edificio fu colpito da un fulmine che provocò l’esplosione delle polveri che vi erano depositate, causando numerose vittime, oltre ad arrecare notevoli danni alla struttura della stessa porta e del vicino Palazzo Reale. La porta, quasi subito ricostruita, fu nuovamente danneggiata dal terremoto del 13 giugno 1686. Altri notevoli danni subì a causa del terremoto del 5 marzo 1823.
La parte esterna, in direzione di ingresso verso il centro, è decorata con quattro colossali statue allegoriche raffiguranti mori prigionieri con lo sguardo afflitto e sconfitto, due con le mani incrociate e due con le braccia mozze.
PORTA D’OSSUNA – Fu costruita nel 1613 dal vicerè Pietro duca D’Ossuna dal quale prese il nome sostituendo la vecchia Porta Rota
PORTA CARINI - È situata all'ingresso del mercato popolare del Capo a pochi passi dal tribunale e dal Teatro Massimo. È una delle porte più antiche della città, non si conosce la data di prima edificazione, la prima data certa è il 1310 quando venne riedificata. Nel 1782 la porta venne distrutta per essere nuovamente riedificata. Nell’interno della porta a sinistra e a destra entrando, sotto il cornicione di coronamento si scorgono due lapidi marmoree ormai ridotte in condizioni tali che è molto difficile leggerne le iscrizioni. La porta diede il nome anche alla strada che da essa conduce al Convento di S. Francesco di Paola, fatta costruire nel 1596 dal pretore conte di Gagliano attuale Via Carini.
PORTA MAQUEDA - Scomparsa da quasi un secolo e della quale ormai si è perduto anche il ricordo.
PORTA S GIORGIO - Era situata nelle vicinanze dell’attuale Via Cavour ed era stata eretta nel1194 da Federico.